Attualmente cinque procure, tre siciliane e due campane indagano sulla morte di cinque persone: tre uomini delle forze dell’ordine, un bidello e una professoressa, deceduti dopo aver ricevuto il vaccino Astrazeneca.
Allo stato attuale delle cose, le uniche due autopsie svolte, sul corpo del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco, di 54 anni, stroncato da un infarto 48 ore dopo l’iniezione, e su quello della professoressa Annamaria Mantile, di Napoli, morta qualche giorno dopo la somministrazione, hanno escluso qualsiasi nesso di causa ed effetto. Non ci sarebbe, dunque, alcuna correlazione tra i due decessi e la somministrazione della dose. Per le altre due vicende registrate in Sicilia, così come l’altra segnalata in Campania, a Nola, l’esame autoptico ancora non c’è. Sarà effettuato nelle prossime ore, quello sul corpo di Stefano Paternò, il maresciallo della Marina militare ad Augusta, deceduto martedì mattina a 43 anni per un arresto cardiaco nella sua abitazione a Misterbianco (Catania). Il giorno prima si era sottoposto alla prima dose di vaccino Astrazeneca.
La famiglia di Paternò e i suoi legali, si legge sul Corriere della Sera, puntano l’accento sulle tempistiche: “L’autopsia sul corpo del sottoufficiale Stefano Paternò sarà il primo momento importante nel percorso di chiarezza su quanto accaduto. Al momento possiamo dire che siamo di fronte a un nesso temporale allarmante tra la somministrazione del vaccino e la morte, ha dichiarato l’avvocato Dario Seminara. “Paternò stava bene, ha ricevuto la dose di vaccino ed è tornato a casa, poi è intervenuta la febbre e, infine, la morte. Dal punto di vista prettamente temporale è difficile escludere il nesso causale”.
C’è attesa anche in Campania per l’esito dell’autopsia sulla morte di Vincenzo Russo, bidello 58enne di una scuola di Casalnuovo (Napoli), deceduto il 10 marzo, tre giorni dopo essersi sottoposto alla vaccinazione anti Covid-19 all’ospedale di Giugliano in Campania. Aveva ricevuto una dose di vaccino Astrazeneca, non del lotto bloccato ieri dall’Aifa. La relazione tra vaccinazione e decesso dell’uomo al momento non è dimostrata. I familiari, difesi dall’avvocato Raffaella Iodice, hanno presentato una denuncia e la Procura di Nola ha aperto un fascicolo.
Per il momento le istituzioni tengono a precisare che il prodotto Astrazeneca è sicuro e non c’è ragione di sospendere le somministrazioni o di avere paura. “Sì, dovremmo continuare ad usare il vaccino AstraZeneca”, ha chiarito la portavoce dell’Oms, Margaret Harris, dopo che alcuni Paesi europei ne hanno sospeso la somministrazione in via cautelativa per i timori legati alla formazione di coaguli di sangue. “Non c’è alcuna indicazione per non usarlo“. Intanto, però, l’AIFA, invita a “continuare a credere nel valore di questi vaccini”, sottolineando che “il rapporto fra il beneficio e il rischio resta favorevole. Bisogna considerare questi eventi con molta tranquillità e credere nella validità della campagna di profilassi. Il preparato di AstraZeneca è capace di prevenire la malattia e gli effetti gravi”.