Covid, palestre e piscine al collasso: in tanti non rialzeranno le saracinesche

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Piscine e palestre continuano a rimanere chiuse e così molti gestori sono al collasso. Purtroppo tanti saranno coloro che non rialzereranno più le saracinesche. I rappresentanti di categoria parlano di ingenti investimenti fatti durante il primo lockdown per adeguarsi ai nuovi protocolli anti COVID-19 che comunque non sono bastati per permettere loro di lavorare.

Ieri il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è intervenuto sulla delicata situazione: «In tutta Europa lo sport è praticamente fermo. In Germania palestre, piscine e centri sportivi sono chiusi dal 2 novembre e lo saranno almeno fino a fine mese. Stessa situazione per Francia, Irlanda, Gran Bretagna (che ha già dichiarato di voler chiudere tutto fino a metà febbraio), in quasi tutta la Spagna e la Finlandia. Eppure leggendo alcuni commenti sui social sembrerebbe che solo in Italia lo sport sia fermo mentre tutte le altre attività siano ripartite! Mai lo sport italiano, soprattutto di base, i collaboratori sportivi, le ASD, le SSD e tutti gli altri soggetti del mondo dello sport hanno avuto tanta attenzione come in questo momento storico».

Poi Spadafora è passato ad elencare le misure che sono e che saranno messe in atto: «Il bonus gennaio per i collaboratori sportivi ovviamente ci sarà; i ristori a fondo perduto, almeno quelli erogati dal Dipartimento per lo Sport, coprivano ampiamente fitti, utenze e altre spese fino a fine gennaio. Basti pensare che solo in queste seconda fase dell’epidemia abbiamo stanziato circa 160 milioni di euro per più di 35mila ASD e SSD; inoltre ci sarà il credito d’imposta ed il rinvio di scadenze e pagamenti».

In conclusione il ministro aggiunge: “Il governo sta lavorando da settimane tutti i giorni con il CTS (Comitato Tecnico Scientifico) per la riapertura, che sarà graduale a seconda dei colori delle regioni. L’obiettivo resta fine mese ma tutto dipenderà sempre dall’andamento dei contagi”.