È successo tra la notte di Natale e la mattina del 25 dicembre, un uomo e una donna sono stati sottoposti a due interventi all’ospedale San Raffaele e hanno così detto addio per sempre alla dialisi. “Due regali di Natale e proprio nelle ore in cui era in giro Babbo Natale” dice il professor Antonio Secchi, primario di Medicina dei trapianti, che lavora in sinergia con l’équipe che ha eseguito gli interventi, guidata dal dottor Carlo Socci, primario di Chirurgia dei trapianti, entrambi operativi presso l’Irccs Ospedale San Raffaele.
Nel primo caso, il rene era arrivato da una persona deceduta ed è stato impiantato a una donna di 52 anni che si trovava in lista d’attesa da oltre un anno. Nel secondo caso invece a ricevere il nuovo organo, sempre donato da una persona deceduta, è stato un signore di 53 anni, costretto anche lui a sottoporsi tre sedute di dialisi a settimana (indispensabili per la sopravvivenza) da circa tre anni.
Per queste due persone l’intervento è stato davvero molto importante: per loro c’è stato un miglioramento della qualità della vita perché non saranno più costrette alla dialisi e anche un aumento della speranza di vita.
Al San Raffaele nell’ultimo anno sono stati realizzati 71 trapianti di rene, tre in più del 2019 quando furono 68. Questo nonostante la pandemia e grazie al percorso “covid free” messo a punto dall’ospedale che ha consentito ai chirurghi di continuare a lavorare in sicurezza: “da noi non c’è stata la flessione che si poteva temere, abbiamo invece potuto proseguire con gli interventi senza particolari problemi”, ha aggiunto il professor Secchi. È una battaglia continua quella dei trapianti di rene in Italia. Nel 2019 sono stati fatti 2.139 interventi di trapianto, di cui 340 da donatori viventi, ovvero ricevuti da parenti o congiunti. La lunga lista d’attesa di pazienti in attesa di trapianto era però a una quota molto più alta: erano in tutto 6.573 le persone che a fine 2019 erano in dialisi in attesa di un rene nuovo.