Nel Comune di Foggia s’insedia la commissione d’accesso agli atti per verificare condizionamenti causati da infiltrazioni mafiose.
La commissione è stata nominata dal prefetto Raffaele Grassi su delega del Ministero dell’Interno ed è composta da un viceprefetto, da un funzionario della Polizia di Stato e un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri. A giugno si conoscerà l’esito delle verifiche che potrebbero rinnovarsi per altri tre mesi.
Nella provincia di Foggia sono stati sciolti per mafia già diversi comuni, tra cui Monte Sant’Angelo, Mattinata, Manfredonia e Cerignola.
In attesa di avere ulteriori informazioni in merito a questa decisione da parte del Prefetto, in queste ore ritornano attuali le parole del sociologo, docente e scrittore Leonardo Palmisano che in un’intervista dichiarò, facendo riferimento al comune di Foggia: “I comportamenti vanno modificati, non bisogna avere relazioni con quelli che sono in odore di mafia, con chi ha degli addentellati nelle famiglie mafiose, bisogna pretendere trasparenza su chi vince dei bandi e porta servizi capaci di costruire un tessuto e di diventare un pezzo del potere criminale della città. A Foggia c’è la mafia, ma c’è anche una fortissima corruzione, che favorisce il sistema mafioso, che si può scardinare solo attraverso l’intervento da Roma. Altrimenti Foggia è destinata a morire, i migliori e quelli con più possibilità, come sta già accadendo, se ne andranno. Oggi la provincia di Foggia, in ambito nazionale, rappresenta un’anomalia per la presenza di un numero alto di Comuni sciolti per mafia”. E in conclusione Palmisano chiosava: “Va fatto anche a Foggia quello che è stato fatto a Cerignola, a Manfredonia, per capire cosa si può salvare e cosa deve essere soffocato”.