Occorre una forte presa di coscienza che l’unica via per tagliare il cordone ombelicale tra la perenne “questione meridionale” e i figli della mancata emancipazione economica è quella di premere l’acceleratore dello sviluppo economico, investendo tutte le risorse, umane ed economiche, che saranno disponibili. Ecco un esempio:
Il settore dei produttori delle macchine utensili, riferito al primo trimestre dell’anno, indica un + 48,6 % di ordini rispetto allo stesso periodo del 2020.
Ciò significa che la filiera dell’industria manifatturiera italiana evidenzia forti segnali di vitalità che è stata nel complesso resiliente alla pandemia e si presenta come una molla compressa, pronta a distendersi con effetti positivi e a cascata. Fondamentale, quindi, per ricominciare a crescere (ma nel caso del nostro territorio oserei dire cominciare) è necessario che venga messo al centro di ogni processo/progetto il
FARE IMPRESA.
Esso porta con sé, implicitamente, la creazione di valore e, come già accennato prima, l’emancipazione economica: unica strada verso il non compromesso tra chi amministra e chi è amministrato.
Occorre da parte di tutti una visione di ripresa e resilienza senza confini ed oltre il muro, scevra da un’idea di sviluppo a compartimenti stagni.
Sarà fondamentale, la capacità di comprendere e spiegare, ai nostri interlocutori, quali dovranno essere quei settori che vediamo (volontariamente non ho usato “immaginiamo”), per così dire, portanti dell’economia e non meramente legati alla vocazione del territorio.
Immagino (e qui lasciatemi essere un visionario) una control room che sia telescopio alla ricerca dei migliori investimenti italiani ed esteri che volessero approdare in riva al nostro magnifico Golfo.
Andare non può essere un obbligo, ma una scelta.
Auguri a Manfredonia per i suoi 765 anni.
Matteo Trotta Azione Manfredonia