

Le parrocchie si organizzano per dare a tutti la possibilità di partecipare alle celebrazioni, che saranno molto più numerose del solito: «Ma almeno si può celebrare in presenza, non come a Pasqua». Il portale creato da due ragazzi di Bari
«Cenini» in pochi invece delle tradizionali tavolate con parenti anche lontani, i piatti magari acquistati dal ristoratore vicino a casa per solidarietà. E Messe con posti da prenotare. Il Covid ha cambiato la vita e le abitudini di tutti e anche il Natale in arrivo sarà molto diverso da quelli precedenti. L’idea delle prenotazioni online è stata di due ragazzi di Bari, Daniele Chierico (CEO di MeteOne) e Nicola Quatela, ingegnere informatico, che hanno creato il portale www.veniamo in chiesa.it, cui hanno aderito anche alcune parrocchie romane. Come Santa Felicita e e Figli Martiri a Fidene: «Per le due Veglie del 24 è già tutto pieno, per le 6 celebrazioni di Natale quasi – spiega il parroco Cristian Prestianni – Ma abbiamo lasciato una trentina di posti per chi non ha internet e può passare in chiesa a prenotarsi». «E’ una buona idea, è brutto dover mandare via la gente. Come si fa a dire tu entri e tu no? La nostra missione è portare Gesù a tutti – commenta don Gaetano Saracino, missionario e teologo scalabriniano – E poi si ha un’idea più precisa di quante celebrazioni programmare». Messe su prenotazione anche al Casaletto, ai Prati Fiscali e in varie zone di Roma, mentre altre parrocchie preferiscono usare i metodi tradizionali. Tutte comunque hanno moltiplicato il numero delle celebrazioni. Spiega don Maurizio Mirilli della chiesa del SS. Sacramento a Tor de’ Schiavi, che durante il lockdown celebrava in diretta Facebook dal campanile: «I fedeli ormai si sono abituati, sanno che i posti sono limitati. D’altronde il Natale per sua natura è precario perché celebra la nascita di un Bambino avvenuta appunto in condizioni molto difficili. Noi faremo anche una cosa speciale, una diretta Facebook alle 23,45 con una famiglia della nostra comunità per un momento di preghiera, per ricordare il valore sacro della famiglia».
Ma c’è anche chi, come monsignor Giulio Villa, parroco di San Domenico di Guzman a Cinquina, zona Bufalotta, celebrerà la Messa dell’aurora alle 5,30 del 25: «Nessuna prenotazione da noi, cerchiamo di non complicare ulteriormente la vita alla gente. Ma per Natale le diremo anche in contemporanea nel salone della parrocchia, per ospitare quanti più fedeli possibile». I problemi dell’eventuale sovraffollamento riguardano soprattutto le periferie: «Qui in centro è tutto diverso – spiega don Pietro Bongiovanni, parroco a San Salvatore in Lauro, antichissima chiesa del rione Ponte e centro di riferimento per i Gruppi di Preghiera di Padre Pio, di cui conserva importanti reliquie, della diocesi di Roma – Con le centinaia di chiese in zona , non ci sarà certo il problema di trovare posto. Avremmo avuto più difficoltà se non ci fosse stata la zona rossa. molti fedeli sarebbero venuti da noi per Padre Pio. Ma così avremo solo i nostri parrocchiani». E’ lo stesso per don Pietro Sigurani a Sant’Eustachio: «Faremo come tutti la Veglia alle 18,30, per dare modo anche a chi lavora nei ristoranti e bar per l’asporto di partecipare, ma coi nostri 100 posti certamente non avremo problemi di spazio».
E’ fiducioso (e non chiede prenotazioni) anche don Alfio Tirrò, parroco di San Vigilio all’Eur Serafico: «Stiamo organizzando un collegamento col nostro teatro con video e altoparlanti per aggiungere 55 posti ai nostri 130, comprese le sedie, sempre nel rispetto delle norme. E considerando che a differenza della scorsa Pasqua possiamo celebrare in presenza, trovo molto bello lo sforzo della mia e delle altre comunità per organizzarsi e portare Gesù a tutti. Non solo dal punto di vista logistico, ma anche di fede. Grazie ai nostri catechisti i bambini hanno creato il “presepe della famiglia”, che è diventata una specie di attrazione per il quartiere e non solo, il coro torna a riunirsi dopo 8 mesi per le celebrazioni di Natale, la solidarietà verso chi ha bisogno è molto sentita: insomma è un’ulteriore occasione per la comunità di mettersi alla prova. E sarà un Natale vero».
