La storia di Daniela Molinari e l’appello alla madre biologica che si rifiuta di sottoporsi a un banale prelievo di sangue che potrebbe salvarle la vita
“Spero che si possa rendere conto che le possibilità di fare questa cosa ci sono”. La voce flebile di Daniela Molinari. L’appello alla madre biologica affinché si sottoponga a un prelievo di sangue che potrebbe salvarle la vita. La donna, 48enne infermiera di Como e madre di due bambine, è malata di tumore e dopo essersi sottoposta a tutte le terapie previste dai protocolli, ha una sola opportunità per tentare di guarire da quel tremendo male che le sta devastando la vita. Ma la terapia sperimentale, che si basa sulla mappatura del DNA passa dalla volontà della madre che l’aveva abbandonata in orfanotrofio quando era piccola.
La donna rintracciata si è rifiutata di sottoporsi all’esame.
La donna, come prevede la legge italiana, ha il diritto all’anonimato. Ma questo ha poco a che fare con la vicenda. La madre non avrebbe mai incontrato la figlia lasciata in orfanotrofio 48 anni fa e i giudici – tantomeno il Tribunale di Minori di Milano – non avrebbero mai fatto il nome della madre. Il sacrosanto diritto all’anonimato, dunque, sarebbe ed è ancora tutelato. Ma con questa storia non c’entra nulla. La speranza è che la madre di Daniela Molinari ci ripensi e si sottoponga a quel banale prelievo che potrebbe salvare la vita di una figlia. E di una mamma.